22-24 Settembre 2023 – Agriturismo Testalepre, Greve in Chianti (FI)

Con Chiara Bottici, Vittorio Morfino, Andrea Moresco, Andrea Ghelfi e molte altre complici

Il Retreat 2023 è un’occasione per conoscere e approfondire il pensiero di Spinoza, per discutere e ragionare assieme in un luogo in cui è possibile alternare la discussione collettiva con momenti di buona convivialità. Ci farebbe piacere se a questo appuntamento potessero partecipare tanto persone che conoscono e ragionano con Spinoza, quanto persone che vengono per scoprirlo. Per questo abbiamo pensato di organizzare un programma di lavoro in grado di coniugare l’introduzione al pensiero di Spinoza, affidato alle parole di Chiara Bottici, Vittorio Morfino e Andrea Moresco, con la discussione seminariale.

Da ora e fino al 10 settembre sono aperte le iscrizioni. Le iscritte possono semplicemente partecipare alle discussioni oppure proporre delle relazioni. Chi si iscrive infatti può proporre un tema a partire dal quale fare una presentazione nel corso della tre giorni. Non siate timide! Il Retreat è pensato come un momento informale nel quale confrontarci e pensare assieme a partire dalla singolarità dei percorsi dei suoi partecipanti. Di sotto a questo testo trovate una introduzione al Retreat, scritta da Andrea Moresco, che fa da traccia di lavoro alle principali tematiche di discussione.

Se vuoi proporre una relazione mandaci un titolo e un abstract alla mail andrea.ghelfi@yahoo.it entro il 10 settembre. Terremo conto della tua proposta nell’elaborazione del programma definitivo del Retreat.

Ci sono tre modalità di iscrizione. Vi potete iscrivere come ‘residente posto letto’, come ‘residente camping’, o come ‘partecipante’. Nel corso del Retreat avremo pochi posti residente, quanti ne consente il nostro agriturismo, dunque iscrivetevi a stretto giro se siete convinti di venire. Questo tipo di iscrizione comprende vitto (2 colazioni, 2 pranzi, 2 cene), alloggio e l’uso di tutte le strutture del nostro Agriturismo, oltreché ovviamente la partecipazione alle sessioni del Retreat. Dunque iscrivendovi come ‘residenti’ sarete nostri ospiti dal venerdì pomeriggio alla domenica pomeriggio.

Costo per ‘residenti’: residenti posto letto 180 euro, residenti camping (porta la tenda e il necessario per dormire) 120 euro.
Costo per ‘partecipante’ 30 euro, comprende la sola partecipazione alle sessioni del Retreat.

L’Agriturismo Testalepre si trova tra San Casciano Val di Pesa e Greve in Chianti, più precisamente al Km8 della Strada Provinciale 118 che congiunge Mercatale Val di Pesa e Panzano.

Per info e iscrizioni scrivete a questa mail: andrea.ghelfi@yahoo.it

Traccia di lavoro

La filosofia di Spinoza ha conosciuto una ricca e fortunata riscoperta negli ultimi cinquant’anni, che l’ha a diffondersi anche su campi extrafilosofici del sapere: dalla psicologia sociale all’antropologia economica, alla teoria politica, in particolare quella critica e rivoluzionaria de gauche. Tra le numerose interpretazioni del filosofo olandese, vi sono quelle che gli hanno attribuito un’ontologia della relazione, o del “transindividuale”. Ispirandosi a Simondon e, soprattutto, alla critica post- strutturalista dell’ego cartesiano, della coscienza fenomenologica e della soggettività assoluta e sovrana, si sostiene che in Spinoza le relazioni causali e affettive costituiscano gli individui attraversandoli da fuori a dentro e viceversa, e connettendoli tra loro. Ciò che siamo è sempre il prodotto di determinazioni esterne che colmano il nostro desiderio produttivo e vitale, essenza singolare in atto, attivandolo o contrastandolo. La critica spinoziana dell’antropocentrismo esclude che il campo possa essere circoscritto alle sole relazioni inter- soggettive tra individui umani. Proprio la critica dell’intersoggettività, in cui il soggetto è il fondamento e non l’effetto delle relazioni con il mondo, enunciata dal punto di vista della transindividualità, impone di focalizzare l’attenzione sui rapporti tra l’umano e il non- umano, tra i modi e il loro ambiente storico- naturale, sull’abitare e sulla riproduzione materiale della vita come modalità di questo rapporto.

Il transindividuale avanza un’ipotesi ontologica dalle forti implicazioni etiche e politiche. La qualità delle relazione esterne, la capacità di molti e variegati incontri, di favorire quelli gioiosi e di evitare quelli distruttivi, assumono grande rilevanza. Il corpo più gioioso e attivo è, secondo Spinoza, quello che intraprende svariate esperienze e sviluppa così una ricca capacità di affettare e di essere affetto in una molti modi diversi. Dall’esperienza della varietà del reale deriva un aumento della potenza di pensare e di agire. Ne va, secondo Spinoza, dell’intelligenza della mente: quanto più un corpo è capace di fare e patire una pluralità di cose, tanto più la mente può conoscere adeguatamente le interconnessioni causali della natura e l’intreccio di proprietà comuni e proprietà singolari che distingue ogni cosa. Come il corpo è una composizione di molteplici corpi, costituiti e tenuti insieme da relazioni e affezioni reciproche, così la mente non è un’interiorità che contiene idee e sensazioni, ma è sua volta un intreccio strutturato di molteplici idee che si relazionano tra loro. Può allora profilarsi in Spinoza un’ecologia della mente, nel senso poi coniato da Guattari, relativa a un insieme di pratiche del corpo ed espressioni del desiderio che sappiano concatenare e non contrapporre le menti? Celebre è il “programma di vita” dell’uomo sapiente spinoziano, in cui sono sintetizzati i principi della “pratica comune”: cibi e bevande moderate e gradevoli, profumi, piante verdeggianti, musica, ginnastica, eleganza, teatro e “altre simili cose di cui ciascuno possa giovare senza alcun danno altrui”.

Decisiva, in questa concezione transindividuale della mente, è il riferimento all’immaginazione. L’immaginazione è la rappresentazione di una o più relazioni nella forma oggettivata della presenza esterna. Quando immaginiamo, stiamo attraversando una relazione ma la rappresentiamo nella forma reificata della “cosa” esterna. L’immaginazione non è più la facoltà di un soggetto, ma il contraccolpo rappresentativo dell’essere in relazione di un corpo con un altro, il quale a sua volta si trova in infinite altre relazioni, ecc. In quanto riflesso di una relazionalità, le immagini non sono mai singole e isolate, ma sempre-già-inserite in un tessuto di immagini che, inserendovisi, arricchiscono e trasformano. L’immaginazione tesse il legame tra il particolare e il generale, situa le singole esperienze all’interno di un ordine complessivo delle rappresentazioni, i cui effetti si possono ritrovare nella memoria e nel linguaggio. Grazie all’immaginazione, l’individuo può passare dal pensiero di una cosa al pensiero di un’altra e associare una molteplicità di esperienze e moti d’animo in un sistema rappresentativo ordinato. La straordinaria nota spinoziana rileva come non si esca mai dell’immaginazione, che produce costantemente i nostri modi di vedere e sentire, ma occorre bensì farne un uso razionale e dare battaglia su questo campo. Per questa sua potenza performativa, generativa di associazioni e capace di sur-determinare la realtà, l’immaginazione ha una funzione politica decisiva. Paradigmatico il riferimento di Spinoza alla vivida immaginazione dei profeti i quali, attraverso il ricorso a storie e narrazioni mitologiche, istituiscono e organizzano la vita collettiva secondo i desideri della moltitudine ebraica in fuga dall’Egitto.

Veniamo così, infine, alla teoria spinoziana del corpo politico. La moltitudine è una composizione variegata di molteplici individui, riuniti da affetti e desideri comuni, speranze e paure condivise, nemici comuni contro cui difendersi. La moltitudine esprime un punto di vista conflittuale sulla realtà, poiché gli affetti comuni e compositivi che la riuniscono non annullano le ambizioni di dominio degli uni sugli altri, la volontà di sopraffazione e l’invidia disgregativa; anzi, la moltitudine deve costantemente armarsi e difendersi da quelle forze divergenti e distruttive. La potenza collettiva della moltitudine è la fonte di ogni diritto comune e, pertanto, di ogni forma del potere politico. Al tempo stesso, essa richiede e produce un effetto di autorità attraverso cui affermare e difendere quei diritti comuni. Istituzioni sono i “diritti comuni” che sorgono dalle relazioni e dagli affetti comuni, e che acquisiscono il potere di “disporre” i desideri individuali e farsi rispettare. Contro la verticalità del comando capitalistico sulle vite e sui territori, ma anche contro il mito dell’orizzontalismo, intorno al nodo dell’istituzione si può ricavare una dialettica tra costituente e costituito, in cui il potere costituente istituisce le spinte e i diritti comuni della moltitudine e, parallelamente, quello costituito è determinato a conservare e realizzare quelle spinte e quei diritti, in caso contrario contestato o persino destituito. Se oggi si intende sollecitare la direzione costituente dei movimenti per la giustizia climatica e ambientale, in difesa della vita e della terra, e immaginare con essi nuove istituzioni e una nuova democrazia ecologista, il confronto con il realismo di Spinoza e con la necessità di forme istituzionali all’altezza dei desideri espressi può allora risultare utile.